red and white grapesQuasi ciclicamente ogni anno arrivano le proteste degli agricoltori rispetto ai prezzi di acquisto, da parte di commercianti e aziende di trasformazione, di prodotti agricoli. Oggi è la volta dell’uva e davanti al municipio di Torremaggiore si sono radunate alcune decine di agricoltori in forma assolutamente pacifica per segnalare alle istituzioni e alla cittaadinanza questo problema.

Il valore dei prodotti agricoli è sempre più direttamente proporzionale a un modus operandi del mercato che sempre più non guarda in faccia a nessuno, sempre più è condizionato dalla concorrenza sempre maggiore che arriva dall’estero e da politiche di valorizzazione del prodotto inesistenti.

Da sempre, almeno in Capitanata, se non con rare eccezioni la quantità ha avuto il sopravvento sulla valorizzazione del “nome” del prodotto e sulla sua vendita “in bottiglia”. Da sempre, sia pure di fronte a mosti e vini potenti e di buona qualità si è preferito riempire cisterne e far diventare i nostri vini, vini da taglio.

La tendenza negli ultimi è anche un po’ cambiata con aziende che hanno investito nell’imbottigliamento e nella promozione di prodotti a più alto valore aggiunto, ma sono ancora poche e poco influiscono sulla valorizzazione del prezzo dell’uva alla fonte.

Nulla è stato fatto poi per la valorizzazione del territorio in cui queste uve sono prodotte e ben si sa che un vitigno senza “storia” territoriale collegata vale la metà di quello che potrebbe valere. Sono le leggi del marketing.

Intanto ancora una volta la politica si limiterà a dire forse che non può nulla o che farà qualcosa per trovare fondi a sostegno del prezzo. Insomma ancora una volta, forse, ci sarà qualcuno che si venderà la richiesta di aiuti come soluzione del problema. La cura paliativa, da sempre, aiuta solo a morire più serenamente.