Giovedì 6 aprile, alle ore 19:30, Pino Aprile sarà a Lucera ospite del Convitto Nazionale “Ruggero Bonghi” per presentare il suo ultimo libro, “Carnefici” (Piemme 2016).

L’autore si intratterrà con gli studenti dell’IPSSAR “Bonghi” e la cittadinanza nella Cappella “S. Bartolomeo”, situata all’interno della struttura convittuale, per  raccontare alcune pagine della nostra Storia nascoste da più di 150 anni. Egli    fornirà  le prove di ciò che è stato compiuto durante il processo di unificazione nazionale attraverso una poderosa mole di documenti,  frutto di  minuziose ricerche archivistiche, sui singoli episodi di sterminio ma soprattutto sugli scompensi demografici,  risultanti dalla comparazione dei censimenti di prima e dopo l’Unità d’Italia.

“ Sarà una serata di alto livello culturale”, sostiene la Dirigente Scolastica e Direttrice del Convitto, prof.ssa Annamaria Bianco. “L’autore sarà nostro ospite per permettere di affrontare con occhio diverso la storia del Risorgimento. Ormai è risaputo che per il Sud non si può parlare di guerre di liberazione, ma di occupazione. Lo studio critico di queste pagine della nostra storia è stato realizzato dai nostri ragazzi nell’ambito del  progetto a classi aperte, inserito nel  PTOF d’Istituto, “L’Altra faccia del Risorgimento”. Gli alunni delle classi IV del settore Alberghiero hanno analizzato documenti, letto il libro “Terroni”, allo scopo di  sollecitare il loro spirito critico e spostare l’ottica della Storia dal punto di vista dei vinti,  senza pretendere di individuare un buono o cattivo, un giusto o sbagliato. Attraverso il progetto si  è riproposta un’altra storia del Risorgimento che ha messo in discussione la bontà del processo unitario, ponendo l’accento sui crimini, i furti, i torti, gli eccidi, le  persecuzioni, i tradimenti e gli imbrogli subiti dal Mezzogiorno d’Italia  durante l’unificazione della nostra Nazione. Con questo non  si  è inteso strumentalizzare o alterare la ricostruzione storica con l’obiettivo di screditare l’intero processo risorgimentale, ma è quanto mai doveroso scoprire come sono andati realmente i fatti. I nostri giovani hanno bisogno di ritrovare le proprie nobili radici, hanno bisogno di ritrovare l’orgoglio di essere nati in questa bellissima terra, perché è qui che essi devono affermare le proprie professionalità e non continuare lo spopolamento del Sud a vantaggio di altri luoghi”.

 

Michele Antonucci