caafcgilLunedì 30 novembre 2015, CGIL CISL, UIL e ACLI di Foggia, nell’ambito della mobilitazione unitaria indetta dalle Confederazioni nazionali a seguito dei tagli previsti per i Patronati ed i CAAF nella Legge di Stabilità, terranno un presidio a partire dalle ore 10.00 sotto la sede dell’INPS di Foggia. In concomitanza di tale presidio, i responsabili territoriali di CGIL, CISL, UIL e ACLI, Filomena Trizio, Emilio Di Conza, Giovanni Ricci e Fabio Carbone, terranno con i parlamentari del territorio, Michele Bordo, Angelo Cera, Lello Di Gioia e Colomba Mongiello, Lucio Tarquinio, un incontro in sede sindacale.

Al termine del confronto, i rappresentanti di CGIL, CISL, UIL e ACLI si recheranno presso la Prefettura di Foggia per consegnare al Prefetto, Maria Tirone, un documento in cui saranno evidenziate le gravi preoccupazioni per i nuovi tagli voluti dal Governo. Obiettivo della mobilitazione è “evitare che vengano intaccate le tutele previdenziali e socio-assistenziali garantite gratuitamente dai patronati ed impedire il licenziamento di migliaia di operatori”. A tal fine è stata anche avviata a livello nazionale una campagna di sensibilizzazione denominata “#iocimettolafaccia #xidiritti”, lanciata sul sito www.tituteliamo.it .

L’iniziativa mira a coinvolgere tutti i cittadini, che potranno postare i loro selfie a sostegno della richiesta di annullare i tagli previsti dalla legge di stabilità. Nonostante al Senato la riduzione dei fondi sia passata da 48 a 28 milioni di euro, i promotori sottolineano che l’intervento ora previsto danneggerebbe pesantemente l’attività di pubblica utilità svolta. La sforbiciata si aggiungerebbe a quella di 35 milioni dello scorso anno e ad altri interventi strutturali che abbatteranno significativamente le risorse e la capacità di continuare a fornire i servizi di tutela.

Per CGIL, CISL, UIL e ACLI, “il Governo, anziché favorire e ampliare l’assistenza universalistica, in una fase così difficile per milioni di famiglie, decide di sottrarre importanti risorse. Un danno che milioni di cittadini italiani pagherebbero sulla propria pelle non potendo continuare a ricevere l’indispensabile assistenza previdenziale per le pratiche relative alla pensione, al sostegno al reddito, agli ammortizzatori sociali, o per il riconoscimento di invalidità e di malattie professionali, per il funzionamento degli sportelli dedicati agli immigrati. Uguale sorte si patirebbe anche sul versante fiscale: ovvero per l’assistenza alle dichiarazioni dei redditi, per l’ISEE, per la verifica reddituale dei pensionati e per la tutela di tanti altri diritti sociali individuali che da solo il cittadino difficilmente riuscirebbe a gestire e ad ottenere”.