ospedalemanfredoniaDi seguito, una nota del Presidente del Gruppo Movimento Schittulli-Area Popolare, Giannicola De Leonardis.

“Dopo aver evocato a sé la delega di Assessore alla Sanità, il comparto certamente più strategico e delicato, il Presidente della Regione Michele Emiliano, la persona che aveva promesso e auspicato coinvolgimento e partecipazione, ha di fatto deciso che la Commissione consiliare al ramo e il Consiglio regionale nel suo complesso sono irrilevanti. E così noi consiglieri abbiamo appreso solo dagli organi di stampa della volontà di procedere a un Piano di riordino ospedaliero la cui bozza (che solo pochi eletti hanno potuto conoscere) sarà licenziata entro domani dalla giunta e inviata al Governo nazionale. E al mio auspicio -espresso ieri nella seduta consiliare- di un approfondimento doveroso e necessario nelle sedi istituzionali preposte, la risposta – respinta al mittente per decoro – è stata un veloce e sbrigativo colloquio, come se la sanità pubblica non riguardasse milioni di cittadini, come se decisioni di tale portata non meritassero un confronto ben più ampio e una riflessione articolata. E in questa fantomatica bozza la provincia di Foggia, evidentemente non ancora considerata adeguatamente massacrata dal precedente Piano di riordino, che ha tagliato tre ospedali in cambio di riconversioni rimaste solo sulla carta e di un rilancio e un potenziamento della medicina territoriale di cui si sono perse le tracce, dovrà pagare ulteriore dazio, con la riduzione in pratica degli ospedali di Manfredonia e Lucera a dei semplici poliambulatori. Dimenticando il bacino d’utenza (in particolare nei mesi estivi per quello di Manfredonia, che già eroga servizi carenti e insufficienti rispetto alle richieste e alle necessità) e il prezioso e importante riferimento per la comunità del Subappennino dauno (quello di Lucera), già penalizzata da una difficile viabilità e di un’orografia particolare. Fin troppo facile prevedere le conseguenze: la congestione e la paralisi degli Ospedali Riuniti di Foggia – con pianta organica largamente insufficiente – e di Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo, la sostanziale negazione del diritto alla salute per intere popolazioni, milioni di euro investiti per attrezzature e adeguamento di reparti dilapidati. Il tutto al chiuso di una stanza. “