DSC_0015“La gente vera si aspetta il cambiamento vero, quello col cuore, per fare innovazione serviranno persone nuove. L’innovazione non è riforma ri-sostanza. Perché innovazione non è solo una faccenda tecnica”. Queste parole hanno introdotto l’intervento di Guglielmo Minervini in un confronto al Nodo Zero, quartiere generale del candidato Pd alle primarie del centrosinistra, a cui hanno partecipato Mario Citelli, esperto di innovazione, Pino Bruno, giornalista, direttore di Tom’s hardware, Giusy Frallonardo, attrice, Nicola Mele, imprenditore, Damiano Petruzzella, ricercatore progetti Agrofood, Giusy Ottonelli, startupper.

“La cosa più bella di questa serata è il vostro sguardo, occhi sgranati, cervello acceso – dice subito prendendo la parola Minervini – Ed è molto bello perché probabilmente stiamo colpendo uno degli argomenti più sensibili”.

“La Puglia – aggiunge – ha voglia di reagire e ha una bella storia di innovatori che da sempre hanno lasciato tracce di responsabilità sociale sul territorio e provato a scrivere belle pagine di innovazione. In 10 anni di amministrazione abbiamo seminato. Ma tante cellule non fanno ancora molecole, non tengono ancora il tessuto. Abbiamo ancora l’idea che il lavoro sia il posto fisso e che il politico sia funzionale allo scopo. La sfida vera è fare diventare di senso comune la sobrietà e la voglia di fare, mettersi in gioco. Il passaggio è trasformare le cellule che si sono formate in questi anni in un sistema di cambiamento. Trasformare la Puglia in un sistema di creatività”.

Ma come costruire politiche per continuare a seminare e favorire relazioni di rete? “Impiegando i prossimi cinque a fare crescere ciò che è già nato” è la risposta.

E perché la sfida dell’innovazione oggi è diventata così centrale? “Storicizzare quello che stiamo vivendo è fondamentale – spiega Minervini – Fino a 10 anni fa il mondo sembrava statico. Oggi siamo in un tempo di passaggio. Trovare il cibo per 10miliardi di persone, Expo 2015, è una grande sfida di innovazione. Innovazione, per me, è ripensare il modo in cui produciamo, consumiamo, viviamo. Stiamo passando da un tempo dell’abbondanza a un tempo della scarsità. Da un tempo dell’uso e getta, all’esigenza di ricucire le relazioni. Un tempo di responsabilità. Scarsità, sobrietà sono parole bandite dalla politica. E nessuno sta dicendo che stiamo entrando in un tempo in cui dovremo fare a meno di tante cose”.

Quindi conclude Minervini: “Recuperare la dimensione umana è per me una opportunità. Quello che stiamo provando a raccontare è che nel cambiamento ci siamo e vogliamo dare un nostro contributo, mi voglio mettere in gioco e questo mi appassiona e mi diverte”.