digitaldivide1La lotta al digital divide sta mostrando qualche beneficio per la cittadinanza, ma i nuovi impegni imposti dall’Agenda digitale dalla Ue incalzano e spingono la Regione a rivedere alcuni programmi, in quanto, per il futuro prossimo, già bisogna programmare gli interventi legati alla banda ultra larga. Il problema starà nel riuscire a combinare ed equilibrare l’accesso alla connessione a banda larga delle zone “bianche”, con la posa in opera della fibra ottica fondamentale per poter fare affidamento sulla connessione a banda ultra larga, che entro il 2020 dovrà permettere al 50% della popolazione di ottenere una connessione da almeno 100 Mbps e al 100% di almeno 30 Mbps.

Il programma per la banda ultralarga, che nasce da una intesa con il Mise che risale al 2012, ha richiesto un nuovo accordo per un addendum da 22 milioni di euro da investire per la posa in opera di fibra ottica. Nel frattempo bisognerà lavorare anche con i provider, soprattutto Telecom e Fastweb, che in generale si sono dimostrati più ben disposti a fare investimenti in questa direzione (Fastweb nelle Regioni del sud ha fatto investimenti per svariati milioni di euro, senza tuttavia avere poi l’esclusiva dei servizi con joy e gli altri ‘prodotti dedicati, dovendo consentire l’accesso anche degli altri provider).

Sono comunque confermati i programmi che dovranno eliminare completamente il digital divide laddove è ancora presente, con l’assegnazione di appalti per l’importo residuo che ancora non è stato impiegato (a partire dai circa 2,5 milioni di euro che ancora non sono stati usati del vecchio periodo programmatico). In attesa, come detto, dei nuovi stanziamenti previsti dalla Ue per il prossimo step, che si chiuderà solo nel 2020.