legalitaonlineCreare e diffondere una “cultura della legalità” tra le nuove generazioni non sempre è un compito facile. Nella società “fluida” esse sfuggono gli incontri frontali e le tradizionali agenzie educative fanno fatica a stare dietro ai cambiamenti sempre così veloci che caratterizzano i nostri tempi. A questo proposito, venerdì 26 febbraio in Piazza Duomo, è passata da Manfredonia ‘Una Vita da Social’, la più importante campagna educativa itinerante, che nasce dal quartiere napoletano di Ponticelli lo scorso 26 settembre. Realizzata dalla Polizia di Stato e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, questa si basa sulla sensibilizzazione e sulla prevenzione dei rischi e dei pericoli della Rete.

Il ruolo della campagna è quello di permettere ai ragazzi di essere parte attiva nel contrasto all’illegalità che oggi passa anche, e soprattutto, dalla rete.

Fare del web un luogo sicuro per i giovani, dove poter valutare le offerte economiche più convenienti, come le proposte di facilissimi prestiti senza busta paga, o come il conto widiba, o effettuare semplici acquisti senza essere abbindolati da truffatori (dettagli su www.migliorcontocorrente.org/widiba.htm).

Gli agenti della Polizia Postale hanno avuto il modo di incontrare i ragazzi nell’aula didattica, allestita appositamente per l’occasione, che sarà ricca di postazioni multimediali e accesso a internet, con tanto di simulazioni di casi reali. Potranno partecipare anche: genitori, insegnanti e società civile per confrontarsi con loro sull’utilizzo sicuro, consapevole, responsabile e critico di internet.

Il Sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, ha commentato: “Le nuove generazioni usano internet come compagno di giochi, libro di testo, per tessere le loro relazioni sociali. Tuttavia, se enormi sono le potenzialità della rete, altrettanto importanti sono le fonti di pericolo presenti nel web ed i rischi legati ad un utilizzo non responsabile e poco consapevole dello strumento. Per un genitore è, perciò, difficile trovare il giusto compromesso tra la necessità di lasciare i propri figli sperimentare le enormi potenzialità della Rete e quella di tutelarli da eventuali situazioni sgradevoli. Alcuni impongono regole precise sull’uso del pc, altri si fidano e non sentono la necessità di controllare in modo specifico questo aspetto della loro vita”.