acquedottiBari –  Comincia oggi e si concluderà giovedì, 17, il convegno mondiale sull’analisi, pianificazione e gestione degli acquedotti, “Water Distribution System Analysis 2014”.

L’acqua è  vita e fattore di sviluppo. La sua disponibilità e gestione è determinate alla luce di una domanda sempre più crescente. Almeno 50 litri di acqua al giorno, cioè la quantità considerata minima dall’Organizzazione mondiale della sanità deve essere garantita ad ogni cittadino. Non è così purtroppo in molte parti del mondo e anche in diverse aree della nostra Penisola.

La moderna “industria dell’acqua” è chiamata dunque a sostenere nuove sfide, essendo oggi primaria la necessità di fornire un servizio di approvvigionamento idrico che si adegui alla complessità della nostra società, anche considerando criteri di sostenibilità ambientale e di contenimento dei costi.

Il focus dei tecnici e ricercatori è passato, quindi, dalla progettazione alla gestione delle reti, con l’obiettivo di soddisfare la crescente richiesta idrica in aree urbane, dovuta a fenomeni socio-economici e climatici, conciliandola con la necessità di ridurre i consumi energetici (ad esempio per il pompaggio in rete), sia per motivi economici (costo dell’energia), che per motivi ambientali (riduzione della cosiddetta carbon foot-print dei processi di produzione dell’acqua potabile).

In Italia, come nel resto dei paesi sviluppati, il secolo scorso è stato caratterizzato dalla costruzione di grandi opere per la presa, l’accumulo e la distribuzione di acqua per usi civili, industriali e agricoli, poiché la necessità primaria era quella di consentire l’accesso all’acqua potabile al maggior numero di cittadini e di attività produttive.

 

Il quadro si è complicato dal progressivo deterioramento delle condotte che ha portato le perdite idriche nelle reti italiane a superare in media il 37% del volume immesso [Relazione annuale al Parlamento sullo stato dei servizi idrici. Anno 2009”, della Commissione Nazionale di Vigilanza sulle Risorse Idriche], con punte attorno al 50% in alcune regioni del meridione, tra cui la Puglia. In Europa la media si aggira invece sul 15-20%. Ciò significa anche un’immediata, e diretta, perdita economica. Le società di gestione degli acquedotti, pertanto, sono costrette a sostenere inevitabili costi per fornire l’energia elettrica e i servizi al fine di immettere l’acqua nelle condutture.

La media degli investimenti in Europea per garantire un sistema efficiente è di circa  250 euro al metro cubo di H2O, in Italia si scende a circa 100 euro.

La ricerca e la tecnica nel settore idraulico, quindi, sono impegnate negli ultimi decenni in nuove sfide, dove le parole chiave sono ottimizzazione, efficienza, sostenibilità, recupero energetico, sistemi integrati, riuso e riciclo, smart management, controllo real-time, gestione delle perdite, programmazione e pianificazione.

 

Su questi temi, si confronteranno, attraverso le più recenti ricerche di settore (218 lavori distribuiti in n.19 topic), oltre 200 ricercatori e studiosi di 42 nazioni di tutti i continenti, in occasione del Convegno mondiale “Water Distribution System Analysis 2014”.

L’evento scientifico biennale è di particolare rilievo: dal 2008 a oggi WDSA si è tenuto in Sud Africa (Kruger National Park), Stati Uniti (Arizona, Tucson), Australia (Melbourne) e ora in Italia (Bari). Nel 2016 si terrà in Colombia (Bogotà).

 

Il convegno internazionale è in corso di svolgimento presso l’aula magna “DOMUS SAPIENTIÆ” (campus universitario) del Dipartimento di Ingegneria Civile ed Architettura del Politecnico di Bari (ex Facoltà di Architettura).

 

Il programma della prima giornata prevede: Il saluto del Rettore del Politecnico di Bari, Eugenio Di Sciascio e del Direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile ed Architettura, prof, Claudio D’Amato Guerrieri. Seguiranno gli interventi dei proff. Kevin E. Lansey (University of Arizona) USA e Orazio Giustolisi (Politecnico di Bari).