solditasseGiovani e non, occupati o disoccupati, l’avvio della nuova edizione della Smart&Start si rivolge a tutti coloro che pensano di essere in possesso di idee innovative e ad alto contenuto tecnologico. Per il resto non ci sono limiti di azione e campo per poter vedere la propria “start up” premiata con uno dei contributi che saranno coperti dagli oltre 200 milioni di euro messi in gioco, per combattere i problemi occupazionali, ma allo stesso tempo ridare forza ad un’economia come quella nostrana che ha accusato forte il colpo della crisi a causa anche della confusione che esiste sul confine tra tradizione (che va difesa e mantenuta) e superamento di un sistema obsoleto e destinato al declino.

Le domande per poter richiedere i contributi a Smart&Start devono essere presentate in via telematica. La data di inizio è partita il 16 febbraio, mentre non è prevista una scadenza, poiché i fondi saranno distribuiti fino all’esaurimento del fondo stesso, che è gestito, così come l’iter di accettazione o rifiuto delle richieste di contributo, da Invitalia.

Quindi, come da tradizione, oltre alla parte finanziaria, ci sarà anche una certa componente di consulenza, pensata per cercare di massimizzare i risultati, volgendoli rigorosamente in positivo. Tuttavia per evitare i problemi del passato, con contributi che non hanno portato a grandi risultati, anche la fase di accettazione sarà un po più prudenziale, per cui si raccomanda una certa chiarezza nell’esposizione delle proprie idee.

Perché Smart&Start dovrebbe convincere laddove Invitalia ha fallito? Perché alle spalle ci sono due percorsi completamente diversi, con la prima che nell’anno passato ha permesso la nascita e la crescita di 400 aziende, quando a disposizione c’erano solo 77 milioni di euro, contro gli attuali 200 milioni, e soprattutto con una platea molto più piccola, ristretta alle sole regioni del sud, puntando soprattutto su prestiti ai giovani (leggi http://www.zonaprestiti.com/prestito-giovani.htm). Ora invece la chance di poter avviare la propria start up di successo viene estesa a tutte le regioni italiane, con lo scopo, anche dichiarato, di invertire il fenomeno di fuga proprio dei giovani cervelli, che la crisi ha addirittura accelerato.