ulan_bator_mongoliaBari –  Il governo della Repubblica di Mongolia è fortemente interessato, e non solo a parole, ma anche con un sostegno economico diretto, a studi, ricerche, che riguardano il grande paese asiatico. Lo ha detto questa mattina il suo ambasciatore in Italia, Shijeekhuu Odonbaatar, in visita ufficiale al Politecnico di Bari. Ad accogliere l’ambasciatore il Rettore, Eugenio Di Sciascio, i prorettori Loredana Ficarelli e Vito Albino e il Presidente dell’Istituto di Cooperazione con i Paesi Esteri, Giuseppe Pace.

La visita ufficiale fa seguito a quella che il Rettore compì lo scorso anno nella capitale mongola, Ulan Bataar, dove venne sottoscritto l’ accordo quadro di collaborazione con la “Mongolian University of Science and Technology”, il Politecnico della Mongolia. La presenza dell’ambasciatore a Bari assume quindi  significati concreti di collaborazione. Soprattutto – è stato sottolineato dall’ambasciatore –  nei settori dell’architettura, della salvaguardia dei beni culturali e del paesaggio, delle infrastrutture e delle nuove tecnologie. Settori che richiedono alta specializzazione e che il Politecnico pugliese può vantare grazie alle competenze degli studi nei campi dell’architettura e dell’ingegneria. Il percorso di collaborazione – avvallato dalla presenza dell’alto diplomatico –  non è solo una promessa di circostanza, ma fa seguito ad atti concreti e proposte mirate dell’ateneo tecnico di Bari. Il Politecnico infatti, dopo la visita del rettore in Mongolia, ha tra le altre cose attivato un percorso di scambio di giovani ricercatori, il primo dei quali sarà Nicola Scardigno, giovane architetto di Andria, che sta studiando per la propria tesi di dottorato in architettura il paesaggio mongolo. La Mongolia, infatti, ha mantenuto pressocchè intatto il suo habitat naturale e ciò può consentire non solo lo studio del suo territorio, ma delineare anche proposte concrete di intervento.

L’ambasciatore si è poi soffermato su alcune peculiarità e necessità del suo Paese. Di fondamentale importanza – ha detto – è trovare il giusto compromesso tra sviluppo tecnologico e difesa delle tradizioni. Ed è per questo che è indispensabile legare lo straordinario paesaggio allo sviluppo economico. La Mongolia ha un estensione cinque volte l’Italia ma la sua popolazione, 3 milioni circa di abitanti, è inferiore a quello della Puglia. La capitale, Ulan Bataar (la più fredda del mondo), progettata per 500 mila abitanti, ospita  attualmente metà dell’intera popolazione! Ciò richiede nuovi interventi sul piano urbanistico, dell’architettura e delle infrastrutture. La Mongolia è però anche un paese ricco grazie alle risorse naturali: qui, ad esempio, vi sono tra i più grandi giacimenti del mondo di rame, il cosiddetto “oro rosso” e di terre rare, fondamentali per la produzione dei componenti elettronici.

L’ambasciatore tiene intanto a sottolineare gli antichi legami con la nostra penisola, nati duemila anni fa attraverso l’Impero di Roma e il confinante Impero degli Unni. Non dimentica la figura di Giovanni da Pian del Carpine frate francescano, precursore di Marco Polo, inviato da papa Innocenzo IV nel 1246 a portare due bolle papali al Gran Khan dell’Impero mongolo, Güyük Khan, nipote di Gengis Khan. In epoca recente, il primo accordo Italia-Mongolia risale invece al 1970. Stato socialista, sotto l’egemonia sovietica fino al 1989 è diventata una  giovane democrazia parlamentare da meno di 30 anni.

“Il Politecnico – ha detto il Rettore Di Sciascio – è una delle prime università italiane ad aver avviato un programma di collaborazione scientifica in Mongolia, una nazione giovane e in forte crescita. Attualmente la Mongolia vive un processo di modernizzazione e di apertura ai mercati. Guarda con molto interesse alle politiche di espansione e di ammodernamento infrastrutturale e di contestuale sostenibilità ambientale. E questo ben si coniuga con le specificità e competenze del nostro Politecnico”.