unifgopendayPer il secondo anno consecutivo l’Università di Foggia, nella fattispecie l’Area Ricerca scientifica e Relazioni internazionali, ha organizzato la sua International Week: ovvero una Settimana della cooperazione e dell’internazionalizzazione che chiama a raccolta tutti gli Atenei, ma evidentemente non solo quelli, con cui l’Università di Foggia intrattiene abitualmente rapporti di collaborazione scientifica, didattica e culturale. Quest’anno sono ben 18 le Università europee e no che hanno risposto all’invito, stabilendo un vero e proprio record di presenze che ha fatto lievitare il numero delle iscrizioni fino a 111 unità tra docenti e personale tecnico-amministrativo afferente ai Settori Relint delle maggiori università dislocate in Austria, Belgio, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Germania, Estonia, Francia, Grecia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia (il Paese da cui proviene il maggior numero di iscritti), Romania, Spagna, Turchia, Regno Unito e Ucraina: come detto 18 Paesi che si daranno appuntamento dal 20 al 25 giugno p.v. a Vieste, per uno degli appuntamenti più impegnativi ma al tempo stesso più qualificanti del Settore Relazioni Internazionali dell’Università di Foggia.

Rispetto alla precedente edizione, il numero dei partecipanti alla International Week UniFg 2016 è praticamente raddoppiato passando da 60 a 111 ospiti. Un successo che pone il nostro Ateneo nettamente all’avanguardia, sia in termini di attrattività extra didattica (e proprio per questo è stato scelto il Gargano, uno dei posti turisticamente più suggestivi al mondo) sia per l’estrema attualità degli argomenti che verranno presi in analisi durante i vari interventi previsti. Si tratta di una partecipazione degna dei grandi eventi dell’Internazionalizzazione, come ad esempio l’Eracon e l’EAIE: gli unici eventi del settore che riescono a conseguire una partecipazione ampia. «Esserci riusciti – argomenta il Rettore, prof. Maurizio Ricci –, quando siamo solo alla seconda edizione dell’International Week UniFg, ci riempie di soddisfazione ma al tempo stesso anche di responsabilità, poiché siamo coscienti di dover mantenere fede ad aspettative sempre più elevate e a standard di accoglienza, verso i nostri ospiti, sempre più qualificati e all’altezza della situazione.

L’Università di Foggia al momento è l’unica, in tutta Italia, ad aver organizzato nel corso del 2016 l’International Week, perlomeno con questi numeri e potendo contare su una risposta così ampia ed eterogenea. Nata da un’idea del coordinatore Erasmus all’interno del Settore Relazioni Internazionali UniFg Giulio Esposito, la Settimana della cooperazione e dell’internazionalizzazione si pone l’obiettivo di incoraggiare, sostenere e ove possibile consolidare le relazioni tra le Università dei Paesi ospiti di UniFg, partendo dalla necessità accademica e scientifica di condividere esperienze e confrontare il più costruttivamente possibile modelli educativi e formativi. Nel corso della settimana si alterneranno relatori dell’Università di Foggia e docenti o esperti stranieri, impegnati in un dibattito culturale alla cui base vi è un reciproco scambio di know how. «I passi in avanti compiuti anche nelle classifiche recentemente pubblicate – aggiunge la prof.ssa Chiara Porro, delegata alla Mobilità studentesca dell’Università di Foggia – lasciano supporre che stiamo lavorando nella direzione giusta, intessendo e allacciando tra la nostra e le altre Università, non solo europee, nuove collaborazioni e fili diretti che possono portare questo giovane Ateneo a giovarsi della grande esperienze di realtà accademiche di notevole storia e prestigio. Quello che faremo a Vieste racconta piuttosto fedelmente come l’Università di Foggia sta crescendo, al punto da riuscire a chiamare a sé quasi altre venti Università sulla base di uno scambio reciproco di metodologie e sistemi che possono e devono rappresentare un valore aggiunto non solo per l’Ateneo ma per il territorio. E portare oltre cento ospiti, tra docenti e personale tecnico-amministrativo, sul Gargano per una settimana rappresenta una non trascurabile ricaduta socio-economica sul territorio».