ilva_taranto2L’iter parlamentare appena avviatosi per la conversione in legge del decreto su Taranto e Ilva, deve modificarne il testo in parti fondamentali che abbiamo già indicato. Fra questi le garanzie per i livelli occupazionali di tutti, diretti Ilva e lavoratori delle imprese degli appalti. Affinchè ciò avvenga è indispensabile che il Governo individui in tempi rapidissimi gli strumenti per salvaguardare, in regime di amministrazione straordinaria che partirà la prossima settimana, il sistema degli appalti che altrimenti verrebbe drammaticamente travolto se tagliato fuori dal percorso di salvataggio dell’ILVA.

Il passaggio è molto stretto ed è per questo che le azioni di ogni soggetto in campo devono essere ponderate e all’insegna del senso di responsabilità. Per questo non è in alcun modo  condivisibile quanto annunciato da Confindustria di Taranto di “sospensione delle attività nello stabilimento” e di “messa in libertà” dei lavoratori dipendenti dalle imprese degli appalti. Una forma di protesta sbagliata e autolesionista che può portare allo spegnimento degli impianti dando così il colpo di grazia a tutto e a tutti, irresponsabile perché soffia sul fuoco della paura e della rabbia, e che qualora venisse assunta davvero ci indurrebbe ad attivare tutte le azioni, anche di natura giudiziaria,  a tutela dei lavoratori coinvolti, anche perché per “la messa in libertà” non vi è alcun presupposto, tantomeno di natura giuridica.

Chi semina vento raccoglie tempesta, ma non è di questo che Taranto ha bisogno. Rivolgo al Presidente di Confindustria di Taranto l’invito ad intervenire affinchè agli annunci non faccia seguito alcun atto unilaterale da parte dei datori di lavoro degli appalti. Si torni immediatamente e responsabilmente a riporre la situazione nel confronto fra le parti, e ovunque sia necessario, per individuare gli strumenti utili a  gestire una fase tanto delicata e difficile.