“Le cifre pubblicate da Ismea Svimez sono la conferma che il Sud può vincere la sfida scommettendo sulla sua vocazione agricola e sulle sue tipicità, riducendo il gap con il resto del Paese e per provare a chiudere definitivamente il brutto capitolo che vede l’Italia viaggiare a due velocità”. E’ il commento del senatore Dario Stefàno, capogruppo in Commissione Agricoltura di Palazzo Madama, ai dati diffusi nel rapporto Ismea Svimez sull’agricoltura nel Mezzogiorno.

“Nel Mezzogiorno – continua Stefàno – subiamo particolarmente, e da sempre, l’assenza di una politica industriale nazionale, che con gli anni è stata colpevolmente sostituita – è il caso di dirlo – con meccanismi e approcci di stampo assistenzialistico. Una delle aggravanti prodotte con tale approccio è stata l’abbandono delle campagne e l’incuria del patrimonio rurale che ci ha esposto al rischio di perdere definitivamente una tradizione autentica ed una cultura preziosa come quella agricola”.  

“Scommettere sull’agroalimentare ci ha permesso, soprattutto, di poter avviare un ricambio generazionale. Giovani che, finalmente, non si vergognano più della loro identiatà territoriale e ritornano nei campi, mossi dal bisogno di concretezza ma anche incoraggiati da politiche pubbliche territoriali, come quelle che abbiamo messo in campo in Puglia con la programmazione comunitaria 2007-2013, che hanno permesso a qualche migliaio di giovani di tornare ad insediarsi nelle campagne con progetti innovativi o la relazzazione di investimenti pubblici capaci di portare finalmente la fibra ottica per permettere l’accesso veloce a internet nelle zone rurali”.

“In questa direzione viaggia anche il testo all’esame della IX Commissione in senato sull’enoturismo: una grande opportunità occupazionale per i nostri giovani e occasione di sviluppo per i nostri territori che stanno diventando destinazioni ambite per il turismo enogastronomico mondiale. Dobbiamo puntare a snellire la burocrazia e continuare a combattere per avere regolamenti comunitari più vicini alle esigenze dei produttori ed alle ambizioni delle realtà locali”.