CorsoFormazioneLupo 2Da anni la presenza del lupo sul Gargano è argomento di discussione, ma mai prima d’ora si erano adottate misure tecniche e scientifiche per valutare la consistenza del fenomeno e le possibili soluzioni per limitarne l’impatto con le attività economiche come l’allevamento ovi-caprino.

In Foresta Umbra, ha avuto inizio la due giorni di incontri dal tema: “Convivere con il lupo, conoscere per preservare: la tutela del lupo nell’Appennino meridionale”. L’iniziativa progettuale, finanziata dal Ministero dell’Ambiente, vede impegnati assieme i Parchi Nazionali del Gargano, dell’Alta Murgia, del Cilento Vallo di Diano e Alburni,  della Val d’Agri Lagonegrese, del Pollino e dell’Aspromonte per realizzare misure coordinate di protezione per il lupo e di gestione della sua presenza con l’uomo e le sue abitudini di vita.

A parlare ad una vasta platea di addetti ai lavori, un qualificato parterre di relatori composto dal Presidente dell’Ente Parco, Avv. Stefano Pecorella, il Dott. E. Randi, il   Dott. D. Berzi ed il Dott. L. Mastrogiuseppe, che ha affrontato il tema dei danni da predazione e la presenza del lupo nel Parco Nazionale del Gargano, le problematiche di conservazione e gestione del lupo in Italia, gli  elementi di biologia ed etologia del lupo in relazione al fenomeno predatorio, il contributo della genetica forense nell’accertamento del danno, gli obiettivi e piano di monitoraggio del lupo nel Parco, la natura, responsabilità e risarcimento dei danni di predazione.

“E’ ormai accertata la presenza di un cospicuo numero di esemplari di lupo nel territorio del Parco Nazionale del Gargano – ha dichiarato il Presidente Pecorella -. Da un lato questo è segnale che la qualità ambientale del nostro territorio è migliorata, dall’altro che bisogna adottare misure di salvaguardia sia di questa specie, sia della zootecnia. Da sempre l’Ente Parco è in prima linea, come dimostrato dallo stanziamento di somme, ogni anno, per importi pari a più di ottantamila euro ( centosettanta milioni di vecchie lire). Risarcimenti che, è giusto precisare, se non ci fosse il Parco, quelle categorie non riceverebbero da nessun altro Ente. Inoltre, poco tempo fa è stato firmato un protocollo con il quale il parco rimborsa anche una quota , a carico degli allevatori, che dovrebbero pagare ai veterinari, per il loro intervento, per accertare le cause delle aggressioni agli animali delle loro aziende. Il corso è servito anche a stabilire che a fronte di poche unità o gruppi di lupi, esistono centinaia e centinaia di cani inselvatichiti o addirittura ibridati, per essersi accoppiati con lo stesso lupo. Quindi, è necessario avviare una seria ed attenta verifica di tali situazioni, poiché la responsabilità della gestione e del contenimento dei cani è di responsabilità dei comuni e della regione, non certo dell’ Ente Parco.  Nel frattempo – ha concluso -, prosegue la nostra collaborazione con il Dipartimento di Zoologia dell’Università di Bari, che a breve produrrà importanti risultati scientifici per la definizione di una precisa strategia d’intervento”.