L’associazione culturale Makondo organizza una manifestazione per ricordare la scomparsa di Giulio Regeni

L’appuntamento è per giovedì 25 gennaio presso la sede dell’associazione Makondo, in via Arco n. 11, alle ore 18.30. Ci sarà un iniziale momento di incontro per raccontare la storia di impegno del giovane Giulio Regeni, con alcune letture e brevi filmati e poi alle ore 19.30 seguirà un corteo illuminato di candele e lanterne fino a piazza Municipio, che si concluderà con un sit in alle ore 19.41. In piazza Municipio inoltre, verrà posizionato uno striscione commemorativo.

Oggi, 25 Gennaio è una data che non dimenticheremo. Sono passati due anni dalla scomparsa di un giovane ragazzo per cui non smetteremo di chiedere verità e giustizia. Quella di Giulio Regeni rappresenta infatti una ferita ancora aperta che macchia di sangue le coscienze di chi ancora si ostina a non rivelare i nomi di chi ha ordinato, di chi ha eseguito, di chi ha coperto e ancora copre il sequestro, la tortura e l’omicidio di Giulio Regeni.

Anche l’associazione culturale Makondo vuole ricordare il giovane ricercatore italiano. Un ragazzo di 28 anni che si occupava soprattutto di movimenti operai e di sindacalismo indipendente. Un cittadino del Mondo che grazie ad una borsa di studio termina gli ultimi tre anni di liceo nel New Mexico, negli Stati Uniti, nel Collegio del Mondo Unito. Infine l’Università in Inghilterra. Prima a Oxford dove ha conseguito una laurea a indirizzo umanistico e poi il dottorato a Cambridge, che lo aveva portato al Cairo, a settembre, dove faceva ricerche per una tesi sull’economia locale.

Appassionato di studi sul medio oriente, capace di parlare arabo e inglese alla perfezione, aveva vinto due premi nel 2012 e nel 2013 al concorso internazionale ”Europa e giovani” promosso dall’Istituto regionale per gli studi europei per ricerche e approfondimenti sul Medio Oriente.

Una figura che incarna quei valori e principi che sentiamo anche nostri, che parlano di un Mondo connesso, in cui sentire le ingiustizie commesse su ogni altro uomo; un mondo che sostiene i principi di libertà, democrazia e di integrazione. Un caso ancora aperto che richiama e si intreccia con i flussi migratori, con i rapporti diplomatici internazionali e su cui il governo italiano deve fare chiarezza.

Parafrasando Pier Paolo Pasolini possiamo però dire “che noi sappiamo i nomi dei responsabili, noi sappiamo i nomi dei vertici che hanno manovrato, noi sappiamo ma non abbiamo le prove. Siamo solo dei liberi cittadini che chiedono – ogni volta – verità e giustizia, e continueranno a farlo.

Per info: associazionemakondo@outlook.it  www.associazionemakondo.it