Assenza totale di una strategia di marketing territoriale, programmazione tappabuchi , scarso interesse verso la città e le sue dinamiche socioeconomiche, ritardi sulle iniziative da implementare hanno tramutato il Natale sanseverese in una pantomima dal sapore pirandelliano

Se  Samuel Beckett fosse ancora in vita forse scriverebbe di nuovo la sua celebre opera teatrale “Aspettando Godot” ambientandola nei meandri di Palazzo Celestini.  Il celebre drammaturgo irlandese, tra i massimi esponenti del teatro dell’assurdo, saprebbe ben raccontare la “condizione dell’attesa” che i cittadini sanseveresi vivono ormai da anni. Se all’attesa aggiungiamo l’assenza il dramma è ben servito.

Natale, tempo di feste… a Foggia, Lucera e Candela.  Le città menzionate hanno, da alcuni anni, investito particolarmente sulla promozione territoriale cittadina durante le festività natalizie e non solo. Di contrappasso, San Severo è caduta in un girone dantesco che sempre più la spinge sul fondo del baratro. Perché questo? È semplice dirlo. Chi governa Palazzo Celestini, ovvero Miglio & Co., probabilmente non ha ancora ben capito (dopo solo quasi sei anni) che la città va amministrata con un’attenta programmazione con a monte una seria strategia di marketing territoriale.

Manca il senso del bello. I cittadini vivono ormai alla giornata e si accontentano di quello che passa il convento. Le ultime luci natalizie sono state allestite non più tardi di domenica 15 dicembre su Corso Leone Mucci: una settimana dopo l’avvio ufficiale delle festività natalizie. Ai commercianti, vittime di una macchina burocratica incapace di creare attrattività e soluzioni per uscire dalle sabbie mobili in cui il settore del commercio è caduto, va il nostro plauso per aver, ancora una volta, salvato  capre e cavoli.

Voci di strada ci dicono, con amarezza, che nonostante le richieste per organizzare un Natale degno siano pervenute all’Amministrazione per tempo, come al solito (vedi anche Festa del Soccorso 2019) non si è tenuto conto delle istanze dei cittadini. A conti fatti, con il Natale alle porte, le associazioni di categoria e molti commercianti motu proprio hanno provveduto  a rendere più bella la città a proprie spese. Sì perché dal Comune sono arrivate poche risorse, per lo più per allestire alberi e illuminazione.

È l’anno zero del Natale sanseverese. Non saranno né gli scatti ben congegnati e postati sui social né i comunicati stampa pomposi e pieni di gloria a far calare sugli occhi dei cittadini un velo pietoso. La città è mal amministrata: è un dato di fatto. Le occasioni per creare economia non ci sono. Festività come Natale, Pasqua e Festa del Soccorso si conoscono con molto tempo in anticipo. Non ci spieghiamo come sia possibile, ogni volta, arrivare oltre i limiti del consentito e gettare, spocchiosamente, fumo negli occhi e pensare di farla franca.

A quando un piano di marketing territoriale, ben delineato e condiviso, in cui siano tracciate reali e proficue strategie per la messa in opera di azioni concrete?