Speranza per le Donne e ASD Revolution Dancing daranno vita ad un flashmob nei pressi del Comune di Torremaggiore per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del femminicidio.

Quasi sette milioni di donne di età compresa tra i 16 e i 70 anni ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. A dirlo è l’ISTAT nella sua Indagine sulla sicurezza delle donne – pubblicata a fine 2016 contenente dati che hanno come periodo di riferimento il 2014 –  che unisce i risultati di due report: “La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia” (giugno 2015) e “Stalking sulle donne” (novembre 2016).

Nessuna donna è esclusa. Sempre secondo l’Indagine, su ogni 100 donne del campione analizzato il 51,4% è separato o divorziato, il 36,6% ha gravi limitazioni di salute, il 42,5% è laureata, il 40,3% è dirigente o libera professionista, il 35,9% ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anni, il 16,1% ha subito stalking.

Non sono semplicemente numeri. Dietro le percentuali si nascondono però storie di sofferenza fisica e psicologica, non sempre relegate a contesti sociali difficili: ne sono una dimostrazione i dati sulle donne laureate e che hanno una posizione lavorativa importante. Nessun contesto sociale è immune dalla violenza sulla donne.

Femminicidio, un problema culturale? Ogni anno nel Belpaese circa cento donne perdono la vita per mano di un uomo: marito, fratello, amante, fidanzato o genitore il risultato non cambia. I media hanno coniato il termine femminicidio per designare gli omicidi commessi soprattutto per questioni legate alla sfera sentimentale, ma sarebbe riduttivo comprimere un problema che è invece culturale, dalle difficili sfumature e trasversale ad un mondo che vive ancora di un retaggio implicitamente simpatizzante del machismo più indefesso.

Non ci sono isole felici. La violenza sulle donne avviene ovunque: dalle grandi città ai piccoli paesi. A Torremaggiore un gruppo di donne ha deciso di scendere in strada e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione. Domenica 19 marzo alle ore 12 lo spazio antistante il Comune sarà infatti teatro di un flash mob contro il femminicidio.

Una pagina Facebook per discutere sulla violenza di genere. «A poche settimane dal 25 novembre, giornata dedicata alla lotta al femminicidio, ho pensato di affrontare questo problema con alcune amiche e conoscenti – racconta Anna Ardito, promotrice del flash mob che continua –  ho creato subito su Facebook il gruppo “Speranza per le donne” invitando le persone a scrivere i propri pensieri riguardo a questo problema». Dal dibattito è scaturita la voglia delle donne di comunicare il loro malessere: «Scontrandoci con casi di femminicidio che la tv ci presenta con molta frequenza ho notato che le donne vogliono dire la propria – racconta Anna Ardito, che evidenzia un aspetto importante – si pensa che nei nostri piccoli comuni il problema non sussista; sì, fortunatamente non ci sono casi di femminicidio ma esiste la violenza psicologica, quella verbale, le limitazioni di libertà personale, il controllo sulla vita quotidiana».

La violenza non deve essere un tabù. Da questo dibattito scaturisce l’idea di realizzare il flash mob: «Con questo evento vogliamo muovere le coscienze soprattutto degli uomini – dice Anna Ardito, che conclude – il punto non è incitare le donne a non “prenderle”, lo eviterebbero volentieri, sarebbe più utile convincere gli uomini a “non darle”».